Cipro

Άμαν έν πάει ο Μωάμεθ είς το βουνό, πάει το βουνό εις τον Μωάμεθ.
Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto.

INDICE

  • TRADIZIONI
  • ARTE
  • LETTERATURA
  • CINEMA
  • GASTRONOMIA
  • BANDIERA





  • TRADIZIONI

    Uno dei fenomeni più evidenti e interessanti del folclore cipriota è proprio la continuità, talvolta sotto forme mutate, di antichissime usanze, riflesso di credenze o consuetudini di ere pagane. Un esempio limite di questo amalgama è offerto dai Limbambaki, specie di setta che professa ufficialmente l'islamismo ma conserva l'uso cristiano del battesimo e la circoncisione. Tra le manifestazioni collegate con le differenti credenze religiose, ortodosso è il pellegrinaggio annuale al grande monastero di Kikkos, tipicamente musulmane sono le ricorrenze celebrate al santuario (Tekke) di Umm Haram. Per gli ortodossi la celebrazione principale è però la Pasqua, durante la quale vengono portate in processione le icone, velate il giovedì santo e ornate di fiori nei giorni successivi. Anche il carnevale è una festa di antica tradizione, soprattutto a Limassól, dove i festeggiamenti si protraggono per dieci giorni e si concludono con una grande parata che sfila per le strade della città. Tra i musulmani è molto importante la conclusione del ramadan, celebrata con i quattro giorni del Kurban Bayrami. Di una certa importanza sono anche le feste legate alla fioritura o alla vendemmia. La dominazione inglese ha conferito al Paese un'aura occidentale, ma permangono, soprattutto nei piccoli centri, usanze profondamente cipriote, come quella di celebrare con grandi feste i matrimoni e i funerali, o il permanere di credenze superstiziose riguardo il malocchio e i giorni nefasti. Notevole anche il patrimonio tradizionale di musiche e danze, mescolanza di forme greche e turche, conservatesi però distinte in parecchi casi; la musica popolare greca è la più coerente e consistente e non presenta forme ben distinte dalla tradizione greca vera e propria. Molto diffuso sull'isola è infatti il syrtos, un ballo di andamento circolare parente molto prossimo del syrtaki greco. Una delle forme più note di contaminazione delle due tradizioni è offerta dalla danza detta karsilamades, la più diffusa nell'isola (adattamento greco di un ballo turco). In realtà queste tradizioni presentano caratteristiche assolutamente analoghe nel Nord e nel Sud, tra le quali l'unica vera differenza sono i termini con cui vengono designate. Dei costumi popolari, antichissimi sono quelli della penisola di Karpaso; interessanti alcuni costumi maschili di origine turca. L'artigianato artistico è ancora praticato con genuinità di tecniche e di decorazioni: stoffe tessute a mano di Phiti, lavori in seta e cotone di Yialousa (tessuto detto itare), merletti di Lefkara, vasi in creta di Kornos, cesti di Karpaso. Sull'isola svolge una grande importanza per la conservazione di queste tradizioni artigianali il Cyprus Handicraft Centre di Nicosia, che salvaguarda il mantenimento delle tradizioni offrendo la possibilità anche ai più giovani di apprendere e sperimentare i mestieri tradizionali. § La cucina cipriota è piuttosto rustica e semplice, a base di carne ai ferri (specialmente di montone); celebri gli spiedini di agnello (kebap). Diffuso l'uso del riso pilaf, del latte acido e di vari tipi di formaggi. Il piatto più richiesto nei ristoranti è il mezé, una successione di decine di pietanze a base di carne, pesce, verdure, formaggi e salse che esibisce in un solo pasto il meglio delle tradizioni culinarie greca, turca e cipriota. Fra i dolci, tipiche le noci candite, ottenute immergendo i frutti freschi in un succo d'uva intiepidito (sojukko). Tra i vini spicca un pregiato passito (commandaria), solitamente venduto, anche all'estero, con il nome di vino di Cipro. Dai resti della vendemmia i ciprioti ottengono anche lo zivania, una sorta di whisky ad alta gradazione.

    ARTE

    L'isola è ricca di rinvenimenti archeologici, dal Neolitico (4000 a. C.) all'età romana (50 a. C.-395 d. C.). Dell'Età del Bronzo – quando Cipro ebbe grande importanza per le sue miniere di rame – sono le fortezze di Niovikla, Nikolides, e forse anche dell'Idalion. Durante tutto il periodo del Bronzo si assiste inoltre alla creazione di una facies ceramica distintiva, denominata cipriota, di cui rimangono interessanti esempi, mentre nelle arti appare vivo l'influsso asiatico. Città preminenti sono Kourion, presso Episkope, ed Enkomi che attestano in atto una dicotomia culturale tra la parte orientale dell'isola, legata alla costa asiatica, e quella occidentale in cui prevale la cultura artistica micenea. Nell'Età del Ferro, nonostante le conquiste parziali di Fenici, Assiri, Egiziani e infine Persiani, Cipro fu centro di un'ampia e originale fioritura artistica, manifestatasi in specie nella metallurgia, nella lavorazione dell'avorio e nell'architettura. Numerosi i santuari (già comparsi nel tardo Bronzo), prima a forma di casa-cappella, poi con un più ampio recinto aperto; anche in età ellenistica e romana i templi ebbero forme particolarmente asimmetriche (Vuni). Le più importanti località archeologiche, oltre a Enkomi, Kition (odierna Lárnaca) e Soloi, sono Agias Iakovos, con i più antichi templi dell'isola e notevoli sculture, Vuni (con il grandioso palazzo), Salamina (con il ginnasio e altri resti di età romana). La scultura cipriota arcaica, generalmente votiva, iniziò alla fine del sec. VII a. C. sotto l'influenza siro-anatolica (secondo altri assira) e conserva forme provinciali nella trattazione accentuata dei particolari del volto su un modellato molto superficiale del corpo. § Durante il periodo bizantino furono costruite chiese basilicali e rifiorirono gli antichi centri. Ai sec. VI-VII risalgono i resti di mosaici della chiesa della Panagia Angeloktistos di Kiti. Dello stesso periodo è il Tesoro di Cipro, rinvenuto presso Kyréneia negli ultimi anni del secolo scorso e attualmente conservato al Metropolitan Museum di New York. Il nucleo principale è costituito da una serie di piatti d'argento decorati a sbalzo con episodi della vita di David. Dopo le manifestazioni dell'arte islamica nel periodo dell'occupazione araba (649-965), una nuova ripresa artistica si ebbe a partire dal 965 con il ricongiungimento all'impero bizantino. A questo periodo (sec. X-XII) risale la maggior parte delle chiese bizantine dell'isola (chiese dipinte dei monti Tróodos, dichiarate dall'UNESCO patrimonio dell'umanità). Nel 1192 Cipro passò alla dinastia dei Lusignano, cosicché alla tradizione bizantina e islamica si sovrappose una forte influenza occidentale. Tra il sec. XIII e il sec. XV sorsero numerosi edifici in puro stile gotico francese: al Duecento risalgono la chiesa dell'abbazia agostiniana di Bellapais (finita nel 1284), la porta orientale della cattedrale di Nicosia, le rovine di S. Giorgio dei Latini a Famagosta; al Trecento la cattedrale e le chiese di S. Anna e dei SS. Pietro e Paolo a Famagosta, il chiostro e gli edifici conventuali di Bellapais, le chiese di S. Caterina e S. Sofia a Nicosia. Accanto alle chiese gotiche latine sorsero chiese e monasteri greci nelle forme della corrente cipriota-bizantina, che perdurarono anche durante le dominazioni veneta e turca. Le testimonianze della dominazione veneta (1489-1571) sono costituite soprattutto dalle opere difensive (cerchia poligonale di Nicosia del 1567; mura della città e della cittadella di Famagosta) e da qualche edificio pubblico (palazzo di Famagosta, di G. Sanmicheli, 1552-54). Con l'occupazione turca (1571) iniziò la decadenza dell'isola: le chiese latine vennero trasformate in moschee, mentre chiese e monasteri greci continuarono a essere costruiti nelle forme convenzionali dei secoli precedenti. Nel XX sec. l'architettura nella parte greca di Nicosia è consistita essenzialmente nell'opera di restauro dell'area storica della città (zona di Laïki Geitonia), che ha avuto ottime ripercussioni dal punto di vista turistico tanto da inaugurare operazioni analoghe anche in altre città dell'isola di parte sia greco-cipriota che turco-cipriota (Limassól, Larnaka, Famagosta). L'edificazione negli anni Sessanta di alcuni edifici pubblici o istituzionali (Teatro comunale, Palazzo arcivescovile), ricalca moduli classici e non è di grande interesse dal punto di vista artistico.

    La Leventis Gallery è una galleria d'arte a Nicosia

    LETTERATURA

    Nell'ambito della letteratura greca antica non si annovera una produzione letteraria specifica di Cipro: Stasino (tramandatoci come autore delle Ciprie) è l'unico poeta locale a noi noto. Una fisionomia più definita ha invece la letteratura cipriota dei sec. XIV-XVI, espressa in un dialetto neogreco con caratteristiche peculiari, ma sostanzialmente inserita nella fioritura letteraria neogreca delle aree di influenza occidentale (Peloponneso, Creta, Rodi, Cipro, Eptaneso). Il più antico documento in dialetto cipriota è una raccolta di leggi, le Assise del Regno di Cipro (1390). Seguono poi la Descrizione della dolce contrada di Cipro, intitolata Cronaca, di Leonzio Macheràs, e la sua continuazione a opera di Giorgio Bustrònios, che è peraltro scrittore assai meno dotato (sec. XVI). Quanto alla produzione poetica, oltre ai canti popolari (paraloghès ecc.), esiste un canzoniere di 156 componimenti dotti, in gran parte traduzioni (Petrarca e petrarchisti, Sannazzaro ecc.) o variazioni su temi di maniera, che rappresenta il primo esperimento di uso del dialetto a fini letterari. La conquista di Cipro da parte dei Turchi (1571) interruppe l'evoluzione letteraria: ci sono giunti un Lamento per Cipro in 777 decapentasillabi (sec. XVI) e le opere di Neòfito Rodinòs (un lessico biografico di personaggi ciprioti, stampato a Roma nel 1659, e scritti teologici). La produzione contemporanea in greco (sec. XIX e XX) fa parte integrante della letteratura neogreca. Non si può parlare di una letteratura turco-cipriota diversa da quella della Turchia se non a livello folcloristico e solo per la presenza di lessico dialettale greco.

    CINEMA

    Un ruolo profondamente discriminante tra la zona Sud e la zona Nord del Paese è invece quello svolto dalla lingua. Dopo la taksim del 1974 gli abitanti del Nord hanno esteso l'uso del turco, ribattezzando con nomi turchi luoghi e oggetti definiti tradizionalmente con termini greci. Un'analoga ellenizzazione si è verificata nella Repubblica del Sud. La difficile convivenza tra le due etnie è un tema che permea tutti gli aspetti della vita cipriota, fino a diventare oggetto anche di film come Fango di Dervis Zaim, premiato nel 2003 alla Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia e primo caso di coproduzione turco-cipriota.

    GASTRANOMIA

    Cipro si prepara al Natale. Con il rito greco-ortodosso, la celebrazione di Natale sull'isola del Mediterraneo è un vera festa di luce. Le chiese, impreziosite all'interno dalle candele e dalle splendide icone, si preparano alla veglia notturna con lunghi canti, in attesa della Natività. A Capodanno poi è la festa di San Basilio, patrono nazionale, festeggiato con la torta Vasiliopitta, al cui interno si cela una moneta portafortuna. Un viaggio a Cipro nel periodo delle festività è davvero all'insegna della tradizione. Ma le feste sono anche l'occasione per scoprire la gastronomia dell'isola, ricca e saporita, che unisce le tradizioni mediorientali a quelle greche. Il clima poi è davvero piacevole tutto l'anno e le temperature non scendono mai di molto. Prima tappa è una taverna cipriota per assaggiare le tradizionali Meze, una vera festa del gusto: oltre 30 piattini di salse, carne, verdure e pesce accompagnate dal buon vino da tavola e da una classica insalata greca. A pochi chilometri da Pafos, famosa per i suoi mosaici Patrimonio Unesco e il sito archeologico sul mare, si trova il locale del simpatico Periklis, nel villaggio di Nata. D'estate si cena sotto il portico, d'inverno nella saletta con camino. In menu piatti rigorosamente della tradizione, come la zuppa trahanas, una delle più note dell'isola, fatta con latte acido e grano macinato, succo di limone e yogurt. Tra le meze, da Periklis si può assaggiare anche l'Halloumi, il salato formaggio nazionale. Poi moussaka e carne di agnello e maiale alla griglia. Da bere il vino della casa. La produzione di vino a Cipro, va da quello onesto da tavola a proposte più raffinate. C'è infatti una new wave di produttori attenti che stanno recuperando gli antichi vitigni. Alla Cantina Vouni Panagia, sempre nella zona di Pafos, si possono organizzare degustazioni e su prenotazione si può pranzare nel ristorante della proprietà, dopo aver fatto un tour guidato. Tra le etichette più interessanti il bianco Alina, ricavato dal vitigno autoctono Xinisteri oppure il rosso Barba Yiannis della varietà Maratheftiko che cresce a quasi 1000 metri (www.vounipanayiawinery.com). Per delle degustazioni in un ambiente unico, nel villaggio di Lofou, sopra la moderna Limassol, dichiarato Patrimonio Unesco, l'albergo diffuso Apokryfo è un bell'esempio di recupero architettonico, firmato dal noto architetto cipriota Vakis Hadjikyriacou da sua moglie Diana, interior designer. Ha un piccolo patio con piscina e stanze raffinate negli edifici in pietra chiara. All'interno c'è il gustoso ristorante Agrino, aperto a tutti, su prenotazione, e anche una cantina, dove si organizzano vari appuntamenti (www.apokryfo.com).(. Tra splendide montagne di Troodos, il villaggio di Omodos, famoso per i suoi merletti, è anche una tappa perfetta nel weekend. Quando si suona musica tradizionale alla taverna Makrynari, gustando degli ottimi piatti di carne, spiluccando salse e piantine di cappero, bollite nell'aceto, morbide e molto saporite. Makrynari ha anche alcune stanze al piano di sopra. Altro indirizzo nel paese è Stou Kir Yianni, deliziosa locanda con stanze in un edificio in pietraa (www.omodosvillagecottage.com). Da riportare a casa il pane Arkatena, fatto con farina di ceci e ricoperto di semi di sesamo, una vera specialità di Omodos, e le mandorle fresche ricoperte di semi di sesamo. E per chi al ritorno in Italia vuole provare a cucinare alcune ricette, il sito CyChefs del duo George Kyprianou e Andonis Nicolaou offre consigli su piatti tradizionali e non, per organizzare la perfetta cena cipriota (www.cychefs.com).

    BANDIERA

    L'attuale bandiera cipriota fu adottata il 16 agosto 1960 quando fu redatta una costituzione per Cipro, che diventò ufficialmente uno Stato indipendente. La bandiera fu progettata dall'insegnante d'arte turco-cipriota Ismet Güney. La bandiera presenta al centro la sagoma dell'isola di Cipro, con sotto due ramoscelli d'ulivo, simbolo della pace, su uno sfondo totalmente bianco, altro simbolo di pace. I rami di ulivo stanno a significare la pace raggiunta tra i turchi e i greci. La sagoma dell'isola è color rame, per richiamare la presenza nel territorio dei numerosi giacimenti del minerale, del quale è una delle risorse economiche principali. Fu scelta dal presidente Makarios III fra tante proposte che sembravano le più neutrali e portatrici di speranze di pace; l'assenza dei colori delle bandiere greca e turca pesarono probabilmente sulla scelta. In seguito all'invasione turca di Cipro nel 1974, la comunità turco-cipriota ha adottato prima la bandiera turca e dieci anni dopo una propria bandiera, sulla foggia di quest'ultima. È usata come bandiera di comodo.Solo un altro vessillo nazionale ha scelto d'indicare sul telo la sagoma del Paese. Ma si tratta di uno Stato europeo non ancora riconosciuto da tutti i Paesi del mondo: il Kosovo. Inoltre, fino a qualche decennio fa, anche il Bangladesh aveva una bandiera con sopra disegnata la cartina del Paese.
    Secondo la costituzione di Cipro, la bandiera del Cipro può essere esposta dalle istituzioni statali, dagli enti pubblici e dai cittadini del paese. Le istituzioni statali, gli enti pubblici e le aziende possono esporre la bandiera di Cipro insieme alla bandiera della Grecia e/o alla bandiera della Turchia. I privati cittadini possono esporre la bandiera di Cipro insieme alla bandiera greca e/o la bandiera turca. Nonostante la neutralità della sua foggia, la bandiera cipriota è spesso utilizzata solo dai greco-ciprioti, dal momento che i turco-ciprioti l'associano con il dominio greco sulla Repubblica di Cipro. Dal 1984, la Repubblica Turca di Cipro del Nord ha adottato la bandiera di Cipro del Nord.
    bandiera-nordcipro

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