L'austria

A.E.I.O.U.(Federico III d'Asburgo) Austriae Est Imperare Orbi universo

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INDICE






DIRNL

La parola "Dirne",che nel linguaggio comune di oggi è fuori uso, significava "ragazza" e "Dirndl" e ne era il diminutivo. questa parola veniva soprattutto usata per indicare ragazze delle classi sociali inferiori, in particolare per quelle che lavoravano come serve nelle fattorie. Il vestito che indossavano era il "Dirndlgewand" o "Dirndlkleid". Questi vestiti erano ancora molto semplici e poco elaborati, servivano infatti come vestiti da lavoro. Il grembiule, sotto il quale spesso è nascosta una borsa, è sempre stato parte indispensabile del Dirndl e ricorda ancora questa origini umili. In origine il Dirndl era di cottone a tinte pastello, poco vivaci, mentre oggi si vedono dei Dirndl di tutti i materiali possibili, anche di seta, e con colori vivaci e sgargianti. Negli anni '60 e '70 del secolo scorso i Dirndl erano quasi spariti dall'uso pubblico, solo durante alcune feste popolari si vedeva qualche (raro) costume di questo genere. Il Dirndl era fuori moda, ritenuto vecchio e superato. Ma a partire dagli anni '80 e '90 si potè registrare una sorprendente rinascita del Dirndl e sempre più giovani scoprirono il gusto di vestirsi in questo modo. Da una parte si riscoprirono i costumi "originali" del passato, ma forse ancora più diffusa fu una libera interpretazione delle tradizioni dando via a Dirndl sempre più colorati e fantasiosi, addirittura a versioni sexy e trasgressive. Il Dirndl sembra adattarsi a molti gusti diversi e chi lo indossa certamente non passa inosservato.
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I MERCATINI DI NATALE

Ci sono centinaia di mercatini di Natale in Austria, praticamente tutte le città ne hanno. Di solito sono aperti tra metà novembre e fine dicembre e rappresentano una delle usanze più radicate e più amate del periodo prenatalizio. In Austria i mercatini di Natale si chiamano "Christkindlmarkt", mercato di Gesù bambino. Questi mercatini non sono soltanto occasioni per comprare le decorazioni natalizie o i prodotti dell'artigianato locale, ma anche per guardare, passeggiare o per gustare le specialità culinarie natalizie, tipiche della città o della regione. Spesso si tratta di vere feste popolari con rappresentazioni di folklore popolare locale. Un ingrediente indispensabile - e da non perdere - di queste feste è il "Glühwein" (vin brulé) che viene offerto quasi dappertutto e che è il giusto modo per riscaldarsi nelle fredde giornate invernali. Informazioni sui mercatini di Natale più belli dell'Austria: Mercatini di Natale a Innsbruck
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IN CARINZIA TRA FOLKORE E FANTASIA

Le feste popolari in Carinzia: È a Feistritz, nella valle del Gail in Carinzia, dove a Pentecoste si festeggia giocando al Kufenstechen, i cavalieri (i maschi celibi del paese) devono rompere con una mazza di ferro un mastello di legno. Chi ci riesce può accompagnare le ragazze nubili del paese nella piazza principale, per aprire le danze. Durante la stagione estiva sono tipiche invece le ricorrenze per la vendemmia e il raccolto come quella che avviene il primo sabato di agosto a Villach in cui si celebrano i frutti della terra nel Villacher Kirchtag. Le favole e legende della Carinzia: La leggenda della fondazione di Klagenfurt narra di un drago che viveva in una palude tra il fiume Drau e il lago Wörthersee e di abitanti provenienti da villaggi circostanti ridotti alla fame per accontentare la creatura sempre affamata. Il mostro poteva essere ucciso solo attraverso uno stratagemma: fu così che, costruita una torre, alcuni legarono ad una catena, con tanto di gancio dalle grandi dimensioni, un toro grasso come esca. Quando il drago uscì dalla sua palude per mangiare il bovino, infilzò la propria gola al gancio della catena e morì. La Fontana del Lindwurm, costruita nel 1593, resta il simbolo e l'emblema della città di Klagenfurt e della sua fondazione. Rimanendo in zona una leggenda simile s’ispira alla creazione del Wörthersee. Dove ora si trova il lago si narra che una volta vi fosse una città. Gli abitanti, riunitisi poco prima della pasqua per i festeggiamenti, non si curarono del curioso omino che li ammoniva sulla loro condotta. La gente lo ignorava e, dopo un secondo avviso, l’omino reputò immeritevoli quelle persone al punto da aprire il rubinetto di una botte fatata e far sgorgare acqua fin tanto da annegare tutti i cittadini e generare un lago, il lago appunto del Wörthersee. Klagenfurt ricorda l’episodio con la statua Dwarf dedicata al Wörthersee costruita nel 1965 da Heinz Goll e situata nella Arthur-Lemisch-Platz.
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IL TIROLO TRA FOLKORE E FANTASIA

A Telfs, nei pressi di Innsbruck, ogni cinque anni si celebra uno dei Carnevali più belli del Tirolo: lo Schleichenlaufen. Rappresenta una tradizione molto antica che risale addirittura al 1612 con un rituale molto preciso. Il fulcro della manifestazione è la presenza di personaggi straordinari: gli Schleicher, maschere generalmente di ferro con cappelli a guisa di corone di fiori a cui si unisce uno stuolo di soggetti come uomini selvatici ricoperti di licheni, il Laternenträger ovvero il portatore di lanterna, orsi, personificazioni delle quattro stagioni e dei dodici mesi che corrono e imperversano per le vie del borgo. Questa mascherata, tra canti e danze, viene scandita in tre tempi: all’Epifania con l’uscita delle maschere, il secondo a cavallo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio a cui si unisce, oltre alle sopraccitate, un corteo e infine l’ultimo che conclude l’iter della festa con la sepoltura di Naz, la personificazione dello spirito carnevalesco. A questa drammatizzazione partecipano solo uomini. Tutto ciò vuole essere metafora di una prosperità futura per chiunque ne prenda parte o vi assista. Altri rituali simili che evocano spiriti, creature o quanto si possa attingere dal fantastico si inscenano a febbraio a Nassereith (nella zona del Fernpass) dove si può presenziare al noto Schellerlaufen, una curiosa e vivace sfilata di carnevale prodotta con maschere facciali enormi costruite, da generazioni, dalla nota famiglia di artisti del luogo, i Kranewitter. Essa è conosciuta tra l’altro come la Schöne-Zug, la sfilata dei belli in onore ai sontuosi costumi che fanno da cornice, insieme a molti balli, a questa sfarzosa festa. Restando sempre in Tirolo passiamo ad Axams dove ogni anno il giovedì grasso si effettua la Corsa dei Wampeler cioè uomini di giovane età che indossano spaventose maschere, cappelli neri e camice bianche imbottite. Questi scorrazzano per il paese (Wampeler nel dialetto locale significa “colui con la grossa pancia”) e sono osteggiati da cavalieri che in sella cercano di attaccare i Wampeler per sporcare loro la camicia. Maggiore sarà il numero di Wampeler che riuscirà a terminare la manifestazione con la camicia non imbrattata, migliore dovrebbe essere il raccolto di quell’annata. Tra le altre non è certamente da perdere la Schemenlaufen, la corsa dei fantasmi dove i partecipanti coperti da campanelle, caratteristiche maschere in legno e antichi costumi impersonano soggetti tratti da saghe e leggende locali. Questa carrellata di feste invernali lungo l’arco alpino costituiscono complessi rituali allestiti e celebrati con grande professionalità e serietà. Racchiudono tutte quante una sorta di originale momento per dimostrare debito e gratitudine nei confronti delle forze positive della natura nonché esorcizzare ciò che fa paura e si teme.
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IL VALZER VIENNESE

Dal ballo popolare al ballo dell'aristocrazia: Il valzer, così come lo conosciamo oggi, nacque in Germania e in Austria, tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Infatti, la parola "valzer" viene dal tedesco "walzen", cioè "girare". All'epoca, durante i balli di corte e le feste aristocratiche si ballava il minuetto, un ballo rigido e formale, il valzer invece era un ballo dei strati bassi del popolo. Inizialmente, molti erano scandalizzati da questo nuovo ballo perché i ballerini danzavano a stretto contatto l'uno con l'altra, in una sorta di abbraccio. Fu ritenuto un ballo volgare, ma ciò nonostante divenne presto una moda che conquistò tutti, anche negli strati più alti della società. In Francia fu Maria Antonietta, la sposa austriaca di Luigi XVI, ad introdurre il Valzer alla corte di Versailles e da ballo popolare tedesco-austriaco divenne in breve tempo un ballo internazionale di straordinaria popolarità, il ballo da sala per eccellenza.
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SISSI

Principessa Elisabetta, è conosciuta a livello mondiale come Principessa Sissi. All’età di 16 anni, nel 1854, sposò il principe Franz Josef I. Più tardi si interessò alla politica e si rese attiva in Ungheria. La sua tragica storia della vita, la rese una popolare personalità delle monarchie europee. Sissi era la figlia del duca bavarese Max e della duchessa Ludovica, e nacque il 24 Dicembre del 1837 a Monaco. Lei crebbe con sette fratelli nel palazzo di Herzog Max a Monaco. Durante un soggiorno in BAd Ischl la quindicenne Sissi conobbe suo cugino Principe Franz Josef I. I due si innamorarono. Un anno dopo si sposarono nella chiesa di Augusto a Vienna. La figlia Sofia venne al mondo il 5 Marzo 1855, e due anni dopo morì a Budapest. Il 15 luglio 1856 venne al mondo la seconda figlia Gisella, sempre a Vienna. Il matrimonio di Sissi non trascorse senza problemi, spesso vi erano delle controversie tra i due. Sissi non si sentiva bene. Era quindi spesso in viaggio. I suoi viaggi la portarono in giro per il mondo intero. 1863 Sissi cominciò li studio della lingua Ungarica che presto conobbe molto bene. Inoltre studiò Francese, Ceco e Italiano. Più tardi studiò ancora il greco moderno e antico. Tra le sue curiosità si può contare anche la cultura greca. Leggeva volentieri le opere di Heinrich Heine, William Shakespeare, Wolfgang von Goethe, Homer e Artur Schopenhauer. E lei stessa era anche una scrittrice, lei scriveva poemi. Sissi si adoperò per l’autonomia dell’Ungheria. Nell’anno 1867 si ebbe un accordo tra l’Austria e l’Ungheria, entrambi i paesi erano delle doppie Monarchie. Nell’anno 1867 divennero Franz Josef e Elisabetta re e regina dell’Ungheria, a Budapest. Nello stesso anno venne al mondo la terza figlia Maria Valeria a Budapest. Lei divenne la loro figlia prediletta. Nell’anno 1874 Elisabetta andò in Inghilterra, dove imparò a cacciare a cavallo, cosa che le interessò molto. Divenne un eccellente cavallerizza. Suo figlio principe Rudolf si sposò il 10 maggio 1881 con Stefania dal Belgio. Il 30 gennaio 1889 suo figlio si suicidò nel castello di caccia Mayerling. Nel 1898 la principessa Elisabetta cadde vittima in un attentato a Genf. Venne pugnalata dal ventiquattrenne anarchico Luigi Lucheni
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